ALLA FESTA
DEGLI EDITORI CALABRESI, INCONTRI, DIBATTITI, LIBRI, LETTURE PER TUTTE LE FASCE
D’ETA’.
DUE GIORNI IN FULL IMMERSION ANIMANO LA VITA
CULTURALE NEL BORGO ANTICO E NEL CENTRO STORICO DI CASTROVILLARI, CON TANTE
PROPOSTE E CAPACITA’ DI COINVOLGIMENTO DI GIOVANI IMPEGNATI NELLA PROMOZIONE
DEL LIBRO.
L’Associazione
Italiana di Cultura Classica (A.I.C.C.), diretta dal docente Leonardo Di Vasto,
attualmente impegnata nella valorizzazione della Biblioteca Civica intitolata
ad “Umberto Caldora”, nel Protoconvento francescano, ha organizzato e promosso,
col patrocinio dell’Amministrazione comunale di Castrovillari, la “Festa degli
Editori Calabresi”, il 13 ed il 14
ottobre 2018. Le giornate sono state caratterizzate da una fitta serie di
appuntamenti culturali, affiancati dalla possibilità di visitare la Biblioteca
civica durante tutta la durata della manifestazione, alla scoperta dei tanti
tesori da essa custoditi, tra cui antiche pergamente di raro pregio. Ospiti
della rassegna alcune editrici calabresi: Aurora di Corigliano Calabro,
Brenner, Falco, Pellegrini di Cosenza;
Città del Sole, Gangemi e Laruffa di Reggio Calabria; Coccolebooks di
Belvedere; Edizioni A.I.C.C., Il Coscile, Prometeo, Centro Arte e cultura 26 di
Castrovillari; Ferrari di Rossano Calabro; Jonia di Rende; La Mongolfiera di
Cassano Jonio; Rubbettino di Soveria Mannelli. Una degna prima rappresentanza, presentata
alla città per mezzo dell’esposizione dei tantissimi volumi ospitati negli stands
allestiti, per l’occasione, dall’Associazione A.I.C.C. al I piano del
Protoconvento francescano, alla cui promozione hanno lavorato giovani di varia
nazionalità, liceali, laureati in Beni culturali, non ancora impiegati, giovani
provenienti dallo SPRAR, assistiti e curati dalle prof.sse Lucilla Aprile e
Maria Clara Donato, oltre che dall’avv. Giovanni Rende.
Una
successione di pensieri elevati, conoscenze profonde, dimensioni e concezioni
diversificate e stimolanti, si è propagata alla comunità, a cominciare dall’illustre ospite del
programmato incontro mattutino con i docenti e gli studenti rappresentanti
delle scuole secondarie superiori di Castrovillari e dell’hinterland, il prof. Nicola Gardini, docente di Letteratura
italiana e comparata all'università di Oxford, autore della recente
pubblicazione "Le dieci parole latine che raccontano il nostro mondo",
Garzanti Editore. L’incontro di altissimo profilo culturale, coordinato dal
prof. Leonardo Di Vasto, pres. A.I.C.C. di Castrovillari, ha avuto come
testimonial il noto musicista M. Francesco
Gesualdi. “Ars, signum, modus, volvo, stilus, memoria,
spiritus, claritas, virtus, rete” sono stati i segni grondanti di un’esplorata,
sorprendente polisemia che il docente ospite ha proposto alla riflessione dei
giovani intervenuti con numerose domande, per aiutarli a tracciare un quadro preciso
del composito panorama del mondo contemporaneo, che si può comprendere appieno
solo se si ripercorre quel legame con le parole che ne hanno determinato e ne
determinano la bellezza e la complessità.
Gardini ha dichiarato: “Il vero problema del nostro tempo è il rumore.
L’unico luogo in cui è possibile rimanere con sé stessi ed i propri pensieri è
la biblioteca”. Gli fa eco Di Vasto : “In questa società rumorosa ed
assordante, il silenzio è un bene da tutelare” e la biblioteca offre la
possibilità di sperimentarlo. “Poiché la testa”, incalza Gardini, “non vive di
escrementi, bensì di ipotesi, idee, immaginazione”, occorrerebbe riformulare
per i giovani la domanda-chiave, quella che era fondativa dell’etica delle
società classiche, e cioè: “Come divento migliore?”. A questo punto nutrire la
predisposizione naturale, coniugandola con l’addestramento, diventa essenziale
per le giovani generazioni. La scuola è “la memoria delle nazioni”, anche se i
“maestri, oggi, sono stati fatti a pezzi dalla società, ma senza la
predisposizione a riconoscerli non possiamo imparare”. Infine, un accenno alla
tendenza, talvolta cruda necessità, dei giovani di andare all’estero, per cui
Gardini sostiene “Andare all’estero non è obbligatorio, ma è bello, perché aiuta
a riconsiderare ciò che abbiamo imparato”. Gli incontri con gli autori sono
proseguiti sabato pomeriggio- 13 Ottobre- nella sala 8 del Protoconvento
francescano, salotto letterario della città, dove è stato presentato il libro
di Moira Sola "Come d'improvviso", Pellegrini Editore. Sono intervenuti lo stesso Leonardo Di Vasto, pres.
AICC, Bruno Barreca, dirigente scolastico dell’I.I.S. “Mattei-Pitagora-Calvosa”,
Maria Teresa Armentano, pres. Ass. Aletheia, relatrice dell’opera. Ha portato
una testimonianza personale sul valore del libro Mimmo Sancineto, editore “Il Coscile”.
Le letture sono state curate da Filomena
Minella Bloise.
Ha concluso l'autrice che ha spiegato come il suo libro sia nato da
un’esperienza personale e racconti una storia nella quale ci si ritrova.
L’asciuttezza, il rigore dello stile e anche dei contenuti, affrontati nella
loro drammaticità anche con matura ironia, ritraggono la donna protagonista, che deve affrontare la prova più difficile
della sua vita, come una novella eroina di un quotidiano in cui l’ombra del
male può piombare all’improvviso, ma non può offuscare la coesione familiare,
né scardinare i vincoli domestici più cari. Successivamente, la Festa
degli Editori Calabresi ha incontrato il Festival Ricorrente dei Lettori,
organizzato dall’Accademia Pollineana e giunto alla XI rassegna.
Il secondo
appuntamento previsto per il mese di Ottobre, in cui il Festival celebra i temi
della manifestazione “Libriamoci”, e che è stato ospitato nella Festa degli
Editori calabresi, è stato incentrato sulla presentazione del libro di Mariafrancesca Cosentino,
"Le cinque vite di Mavis", Macabor Editore. Sono intervenuti Leonardo
Alario, pres. I.R.S.D.D. , Istituto di Ricerca e di Studi di Demologia e di
Dialettologia
Leonardo Di Vasto, Bonifacio Vincenzi, editore.
Leonardo Di Vasto, Bonifacio Vincenzi, editore.
Ha relazionato Angela Lo Passo, segretaria dell’Accademia Pollineana.
Le letture dal libro sono state affidate a
Dario De Luca, attore e regista della Compagnia teatrale “Scena
Verticale”, ormai affermata a livello nazionale ed internazionale. Ha concluso
l'autrice, che ha spiegato come il suo libro voglia far conoscere cinque
versioni diverse dello stesso personaggio: Mavis, con il suo credo, è riuscita
ad entrare nelle pagine dei libri che tanto amava, cambiando letteralmente la
sua vita ed esplorando completamente l’universo fiabesco ed anche quello della
favola, ricoprendone diversi ruoli e rivalutando il lato oscuro dell’anima
femminile, forse il più interessante tra i tanti clichès imposti alle donne.
Alla ripresa
domenicale della Festa degli Editori calabresi, giorno 14, un travolgente ed
appassionato Francesco Gesualdi, presentato dal prof. Leonardo Di Vasto ed
intervistato dal prof. Nicola Gardini, ha piacevolmente intrattenuto il
numeroso pubblico di estimatori presso il Protos Cafè, nello stesso
Protoconvento francescano, dove al I piano continuava l’esposizione e
promozione delle pubblicazioni degli Editori calabresi ospitati. Diversi i temi
affrontati durante la discussione: dalla attuale crisi delle etichette
discografiche, ai problemi di distribuzione interna, alla sorprendente presenza
dei cd di musicisti di valore nei mercati internazionali meno prevedibili. Apprendiamo
che il cd di Francesco Gesualdi, “Accordion”, dedicato a Frescobaldi, Gesualdo,
Solbiati, èdito dalla nota Brilliant Classics, ha già ventuto 1.200 copie,
senza contare i file mp3 scaricati dalla Rete.
Gardini si
pronuncia sul disco di Gesualdi, definito “artistico e profondamente pensato”.
Gesualdi traccia la figura di Frescobaldi, un innovatore virtuoso del
linguaggio musicale secentesco, narrando come ha affrontato i contrappunti rinascimentali di Frescobaldi
(selezione dal secondo
libro di Toccate, e le Partite
sopra l’Aria della Romanesca tratte dal primo libro) e Gesualdo (Canzon francese del Principe).
Mentre in origine le Toccate sono
state concepite per cimbalo
et organo, la fisarmonica di Gesualdi, per un particolare approccio
interprettivo del musicista, ne rievoca
maggiormente lo strumento a canne. Le “mani interiori” del musicista aiutano
quelle fisiche e danno origine ad una vera coreografia sonora, in cui
l’ascoltatore può percepire nitidamente distanze, altezze, profondità. Gardini,
rivolgendosi a Gesualdi dice “Tu voli e fai volare”, ed è in questa capacità di
dare cantabilità alle figure musicali che la bravura di Gesualdi tocca l’apice,
esprimendo un’affascinante “teoria degli affetti” in cui artista e fruitore
sprofondano coinvolti in una entusiasmante ricerca di senso, operazione questa
assai lodevole in un’epoca, la nostra, segnata costantemente da un marcato
deragliamento del gusto. La figura del musicista si pone, dunque, come
necessario mediatore, dentro e fuori la scuola, così come ai concerti, in cui
sperimentare come bellezza e coscienza critica servano a contrastare i finti
miti di tanti apparenti fenomeni mediatici i cui limiti oggettivi vengono
esibiti come elementi di successo.
Il successivo incontro ha avuto come protagonista il prof. Giuseppe Trebisacce che
ha relazionato sulla vita e l'opera di Antonio Guarasci, in qualità di curatore
dell’Opera Omnia. Guarasci storico, letterato e
libero docente di Storia del Risorgimento,
fu il primo presidente della Giunta Regionale della Calabria (1970-
1974). In tempi di crisi della politica, della cultura e della società, il
curatore intervenuto a relazionare, che
è anche editore, si è riproposto di far conoscere gli editoriali, le
recensioni, la vita e l’opera del Guarasci, convinto che la democrazia si possa
fondare sull’educazione. Non a caso, il docente Guarasci aveva delineato un
nuovo modello di insegnante, sempre contiguo con i propri studenti che
intratteneva affascinandoli anche durante il suo ritorno a casa, durante il
percorso. Il suo merito è anche quello
di aver coniugato cultura e politica, guardando non all’oggi, ma al domani,
dunque al futuro. Tornare all’impegno degli intellettuali, come insegnano gli
intellettuali post-bellici, fu essenziale per Guarasci, la cui opera più
influente fu quella di promotore
dell’Università della Calabria, il cui modello era basato sullo studio delle
prospettive di sviluppo del territorio e sulla visione programmata di tale
sviluppo nei settori dell’agricoltura, dell’industria e del turismo.
Presidente
della Regione, Guarasci intavolava rapporti con le altre regioni, quali
Lombardia, Emilia, ma anche Toscana. Sul piano storico, si riconnetteva ai
grandi storici del calibro di Villari, Caldora, Cingari, Placanica.
Protagonista della rivoluzione storiografica annalistica, contribuì a cambiare
la prospettiva dell’indagine storiografica, prima incentrata sulla politica,
sull’arte militare, sulla diplomazia, da quel momento in poi orientata a dar
voce al sociale, al quotidiano, addirittura al mondo privato. Guarasci ha avuto
il merito di studiare la storia della Calabria, prima periferia dell’Impero,
ricostruita nella dimensione sociale, economica, demografica. I giovani oggi,
secondo il prof. Trebisacce, “vivono nel presentismo”, che significa vivere
senza prospettive e senza coscienza del passato. Pertanto, lo studio di figure
come quelle di Antonio Guarasci potrebbe raddrizzare e nutrire “la pianta
rachitica” e contribuire a rivitalizzarla e raddrizzarla, orientandola verso
finalità più alte e finalizzate all’autocoscienza.
Nel
pomeriggio di domenica, la Festa degli Editori calabresi si è conclusa, al
Protos Cafè, con la presentazione del libro di Emilia
Blaiotta, Lucrezia Lindia, Flavia
D'Agostino, Lucia
Martino "La donna arbëreshe ieri, oggi e
domani", Editrice Il Coscile. Ha relazionato Isa Laudadio, che ha
garbatamente ed esaustivamente illustrato le caratteristiche di questo bel
lavoro, frutto di un’accurata ricerca. Il volume si è posto come fonte di
una ricca informazione sull'universo della donna arbëreshe in Italia. Così
Adela Kolea si esprime nella prefazione al libro: “[…]Le donne autrici e protagoniste, che firmano questo volume con i loro contributi, creano nel lettore la sensazione che quando terrà in mano questo libro, a lui sembrerà di essere seduto alla porta di una abitazione arbëreshe, conversando con la gjitone çë dalen te praku derës (vicina seduta sulla soglia della porta).
Adela Kolea si esprime nella prefazione al libro: “[…]Le donne autrici e protagoniste, che firmano questo volume con i loro contributi, creano nel lettore la sensazione che quando terrà in mano questo libro, a lui sembrerà di essere seduto alla porta di una abitazione arbëreshe, conversando con la gjitone çë dalen te praku derës (vicina seduta sulla soglia della porta).
In questo modo al lettore e all’eventuale viaggiatore si spalancano
le porte di una casa arbëreshe tipica, che funge al contempo da invito a
visitare l’intera zona, fatta di
ospitali e bellissimi paesini arbëresh che, con orgoglio e tanto amore, nel
lungo corso di più di cinque secoli, hanno preservato la loro identità e si
sono occupati di affrontare il rischio di essere assimilati dalla cultura del
paese ospitante, con tutta la consapevolezza della parziale influenza
inevitabile che in questi casi solitamente accade. Un insieme di pagine
che tende ad allineare le condizioni di vita arbëreshe viste sotto l’aspetto
linguistico, culturale, tradizionale e folklorico; un’impronta importante
etnologica sulla vita arbëreshe, rappresentata dalla figura maestosa della donna,
quale moglie, madre, figlia, nuora.”
L’interazione col numeroso pubblico intervenuto ha indotto Lucia
Martino ed Emilia Blaiotta ad affrontare in dettaglio l’illustrazione delle
caratteristiche della cultura della comunità arbëreshe, in una dimensione
multidisciplinare, storica, antropologica, linguistica ed ovviamente sociale. La
manifestazione si è conclusa con l’intervento critico di Francesco Altimari,
professore ordinario di lingua e letteratura albanese all’Università della
Calabria dal 1992, esperto di filologia
e linguistica albanese, in area balcanica e in area italiana, con interessi
linguistici e comparativistici anche nell’ambito della balcanistica.
Responsabile scientifico dell’edizione dell’Opera
Omnia di Girolamo De Rada (1814-1903),
ha all’attivo diversi volumi monografici su tematiche di filologia, linguistica
e letteratura albanese e numerosi saggi di albanistica e di balcanistica
apparsi su riviste specialistiche, italiane e straniere.
Filomena
Bloise
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