domenica 21 ottobre 2018

FESTA DEGLI EDITORI CALABRESI A CASTROVILLARI




ALLA FESTA DEGLI EDITORI CALABRESI, INCONTRI, DIBATTITI, LIBRI, LETTURE PER TUTTE LE FASCE D’ETA’.
 DUE GIORNI IN FULL IMMERSION ANIMANO LA VITA CULTURALE NEL BORGO ANTICO E NEL CENTRO STORICO DI CASTROVILLARI, CON TANTE PROPOSTE E CAPACITA’ DI COINVOLGIMENTO DI GIOVANI IMPEGNATI NELLA PROMOZIONE DEL LIBRO.

L’Associazione Italiana di Cultura Classica (A.I.C.C.), diretta dal docente Leonardo Di Vasto, attualmente impegnata nella valorizzazione della Biblioteca Civica intitolata ad “Umberto Caldora”, nel Protoconvento francescano, ha organizzato e promosso, col patrocinio dell’Amministrazione comunale di Castrovillari, la “Festa degli Editori Calabresi”,  il 13 ed il 14 ottobre 2018. Le giornate sono state caratterizzate da una fitta serie di appuntamenti culturali, affiancati dalla possibilità di visitare la Biblioteca civica durante tutta la durata della manifestazione, alla scoperta dei tanti tesori da essa custoditi, tra cui antiche pergamente di raro pregio. Ospiti della rassegna alcune editrici calabresi: Aurora di Corigliano Calabro, Brenner, Falco,  Pellegrini di Cosenza; Città del Sole, Gangemi e Laruffa di Reggio Calabria; Coccolebooks di Belvedere; Edizioni A.I.C.C., Il Coscile, Prometeo, Centro Arte e cultura 26 di Castrovillari; Ferrari di Rossano Calabro; Jonia di Rende; La Mongolfiera di Cassano Jonio; Rubbettino di Soveria Mannelli. Una degna prima rappresentanza, presentata alla città per mezzo dell’esposizione dei tantissimi volumi ospitati negli stands allestiti, per l’occasione, dall’Associazione A.I.C.C. al I piano del Protoconvento francescano, alla cui promozione hanno lavorato giovani di varia nazionalità, liceali, laureati in Beni culturali, non ancora impiegati, giovani provenienti dallo SPRAR, assistiti e curati dalle prof.sse Lucilla Aprile e Maria Clara Donato, oltre che dall’avv. Giovanni Rende.
Una successione di pensieri elevati, conoscenze profonde, dimensioni e concezioni diversificate e stimolanti, si è propagata alla comunità,  a cominciare dall’illustre ospite del programmato incontro mattutino con i docenti e gli studenti rappresentanti delle scuole secondarie superiori di Castrovillari e dell’hinterland, il prof. Nicola Gardini, docente di Letteratura italiana e comparata all'università di Oxford, autore della recente pubblicazione "Le dieci parole latine che raccontano il nostro mondo", Garzanti Editore. L’incontro di altissimo profilo culturale, coordinato dal prof. Leonardo Di Vasto, pres. A.I.C.C. di Castrovillari, ha avuto come testimonial il noto musicista M. Francesco Gesualdi. “Ars, signum, modus, volvo, stilus, memoria, spiritus, claritas, virtus, rete” sono stati i segni grondanti di un’esplorata, sorprendente polisemia che il docente ospite ha proposto alla riflessione dei giovani intervenuti con numerose domande, per aiutarli a tracciare un quadro preciso del composito panorama del mondo contemporaneo, che si può comprendere appieno solo se si ripercorre quel legame con le parole che ne hanno determinato e ne determinano la bellezza e la complessità.
Gardini ha dichiarato: “Il vero problema del nostro tempo è il rumore. L’unico luogo in cui è possibile rimanere con sé stessi ed i propri pensieri è la biblioteca”. Gli fa eco Di Vasto : “In questa società rumorosa ed assordante, il silenzio è un bene da tutelare” e la biblioteca offre la possibilità di sperimentarlo. “Poiché la testa”, incalza Gardini, “non vive di escrementi, bensì di ipotesi, idee, immaginazione”, occorrerebbe riformulare per i giovani la domanda-chiave, quella che era fondativa dell’etica delle società classiche, e cioè: “Come divento migliore?”. A questo punto nutrire la predisposizione naturale, coniugandola con l’addestramento, diventa essenziale per le giovani generazioni. La scuola è “la memoria delle nazioni”, anche se i “maestri, oggi, sono stati fatti a pezzi dalla società, ma senza la predisposizione a riconoscerli non possiamo imparare”. Infine, un accenno alla tendenza, talvolta cruda necessità, dei giovani di andare all’estero, per cui Gardini sostiene “Andare all’estero non è obbligatorio, ma è bello, perché aiuta a riconsiderare ciò che abbiamo imparato”. Gli incontri con gli autori sono proseguiti sabato pomeriggio- 13 Ottobre- nella sala 8 del Protoconvento francescano, salotto letterario della città, dove è stato presentato il libro di Moira Sola "Come d'improvviso", Pellegrini Editore. Sono intervenuti lo stesso Leonardo Di Vasto, pres. AICC, Bruno Barreca, dirigente scolastico dell’I.I.S. “Mattei-Pitagora-Calvosa”, Maria Teresa Armentano, pres. Ass. Aletheia, relatrice dell’opera. Ha portato una testimonianza personale sul valore del libro Mimmo Sancineto, editore “Il Coscile”. Le letture sono state curate da Filomena Minella Bloise.
Ha concluso l'autrice che ha spiegato come il suo libro sia nato da un’esperienza personale e racconti una storia nella quale ci si ritrova. L’asciuttezza, il rigore dello stile e anche dei contenuti, affrontati nella loro drammaticità anche con matura ironia, ritraggono  la donna protagonista,  che deve affrontare la prova più difficile della sua vita, come una novella eroina di un quotidiano in cui l’ombra del male può piombare all’improvviso, ma non può offuscare la coesione familiare, né scardinare i vincoli domestici più cari. Successivamente, la Festa degli Editori Calabresi ha incontrato il Festival Ricorrente dei Lettori, organizzato dall’Accademia Pollineana e giunto alla XI rassegna.
Il secondo appuntamento previsto per il mese di Ottobre, in cui il Festival celebra i temi della manifestazione “Libriamoci”, e che è stato ospitato nella Festa degli Editori calabresi, è stato incentrato sulla presentazione  del libro di Mariafrancesca Cosentino, "Le cinque vite di Mavis", Macabor Editore. Sono intervenuti Leonardo Alario, pres. I.R.S.D.D. , Istituto di Ricerca e di Studi di Demologia e di Dialettologia
Leonardo Di Vasto, Bonifacio Vincenzi, editore.
Ha relazionato Angela Lo Passo, segretaria dell’Accademia Pollineana. Le letture dal libro sono state affidate a  Dario De Luca, attore e regista della Compagnia teatrale “Scena Verticale”, ormai affermata a livello nazionale ed internazionale. Ha concluso l'autrice, che ha spiegato come il suo libro voglia far conoscere cinque versioni diverse dello stesso personaggio: Mavis, con il suo credo, è riuscita ad entrare nelle pagine dei libri che tanto amava, cambiando letteralmente la sua vita ed esplorando completamente l’universo fiabesco ed anche quello della favola, ricoprendone diversi ruoli e rivalutando il lato oscuro dell’anima femminile, forse il più interessante tra i tanti clichès imposti alle donne.
Alla ripresa domenicale della Festa degli Editori calabresi, giorno 14, un travolgente ed appassionato Francesco Gesualdi, presentato dal prof. Leonardo Di Vasto ed intervistato dal prof. Nicola Gardini, ha piacevolmente intrattenuto il numeroso pubblico di estimatori presso il Protos Cafè, nello stesso Protoconvento francescano, dove al I piano continuava l’esposizione e promozione delle pubblicazioni degli Editori calabresi ospitati. Diversi i temi affrontati durante la discussione: dalla attuale crisi delle etichette discografiche, ai problemi di distribuzione interna, alla sorprendente presenza dei cd di musicisti di valore nei mercati internazionali meno prevedibili. Apprendiamo che il cd di Francesco Gesualdi, “Accordion”, dedicato a Frescobaldi, Gesualdo, Solbiati, èdito dalla nota Brilliant Classics, ha già ventuto 1.200 copie, senza contare i file mp3 scaricati dalla Rete.
Gardini si pronuncia sul disco di Gesualdi, definito “artistico e profondamente pensato”. Gesualdi traccia la figura di Frescobaldi, un innovatore virtuoso del linguaggio musicale secentesco, narrando come ha affrontato  i contrappunti rinascimentali di Frescobaldi (selezione dal secondo libro di Toccate, e le Partite sopra l’Aria della Romanesca tratte dal primo libro) e Gesualdo (Canzon francese del Principe). Mentre in origine le Toccate sono state concepite per cimbalo et organo, la fisarmonica di Gesualdi, per un particolare approccio interprettivo del musicista, ne  rievoca maggiormente lo strumento a canne. Le “mani interiori” del musicista aiutano quelle fisiche e danno origine ad una vera coreografia sonora, in cui l’ascoltatore può percepire nitidamente distanze, altezze, profondità. Gardini, rivolgendosi a Gesualdi dice “Tu voli e fai volare”, ed è in questa capacità di dare cantabilità alle figure musicali che la bravura di Gesualdi tocca l’apice, esprimendo un’affascinante “teoria degli affetti” in cui artista e fruitore sprofondano coinvolti in una entusiasmante ricerca di senso, operazione questa assai lodevole in un’epoca, la nostra, segnata costantemente da un marcato deragliamento del gusto. La figura del musicista si pone, dunque, come necessario mediatore, dentro e fuori la scuola, così come ai concerti, in cui sperimentare come bellezza e coscienza critica servano a contrastare i finti miti di tanti apparenti fenomeni mediatici i cui limiti oggettivi vengono esibiti come elementi di successo.  
Il successivo incontro ha avuto come protagonista il prof. Giuseppe Trebisacce che ha relazionato sulla vita e l'opera di Antonio Guarasci, in qualità di curatore dell’Opera Omnia. Guarasci  storico, letterato e libero docente di Storia del Risorgimento,  fu il primo presidente della Giunta Regionale della Calabria (1970- 1974). In tempi di crisi della politica, della cultura e della società, il curatore intervenuto a relazionare,  che è anche editore, si è riproposto di far conoscere gli editoriali, le recensioni, la vita e l’opera del Guarasci, convinto che la democrazia si possa fondare sull’educazione. Non a caso, il docente Guarasci aveva delineato un nuovo modello di insegnante, sempre contiguo con i propri studenti che intratteneva affascinandoli anche durante il suo ritorno a casa, durante il percorso.  Il suo merito è anche quello di aver coniugato cultura e politica, guardando non all’oggi, ma al domani, dunque al futuro. Tornare all’impegno degli intellettuali, come insegnano gli intellettuali post-bellici, fu essenziale per Guarasci, la cui opera più influente fu quella di  promotore dell’Università della Calabria, il cui modello era basato sullo studio delle prospettive di sviluppo del territorio e sulla visione programmata di tale sviluppo nei settori dell’agricoltura, dell’industria e del turismo.
Presidente della Regione, Guarasci intavolava rapporti con le altre regioni, quali Lombardia, Emilia, ma anche Toscana. Sul piano storico, si riconnetteva ai grandi storici del calibro di Villari, Caldora, Cingari, Placanica. Protagonista della rivoluzione storiografica annalistica, contribuì a cambiare la prospettiva dell’indagine storiografica, prima incentrata sulla politica, sull’arte militare, sulla diplomazia, da quel momento in poi orientata a dar voce al sociale, al quotidiano, addirittura al mondo privato. Guarasci ha avuto il merito di studiare la storia della Calabria, prima periferia dell’Impero, ricostruita nella dimensione sociale, economica, demografica. I giovani oggi, secondo il prof. Trebisacce, “vivono nel presentismo”, che significa vivere senza prospettive e senza coscienza del passato. Pertanto, lo studio di figure come quelle di Antonio Guarasci potrebbe raddrizzare e nutrire “la pianta rachitica” e contribuire a rivitalizzarla e raddrizzarla, orientandola verso finalità più alte e finalizzate all’autocoscienza.
Nel pomeriggio di domenica, la Festa degli Editori calabresi si è conclusa, al Protos Cafè, con la presentazione del libro di Emilia Blaiotta, Lucrezia Lindia, Flavia D'AgostinoLucia Martino "La donna arbëreshe ieri, oggi e domani", Editrice Il Coscile. Ha relazionato Isa Laudadio, che ha garbatamente ed esaustivamente illustrato le caratteristiche di questo bel lavoro, frutto di un’accurata ricerca. Il volume si è posto come fonte di una ricca informazione sull'universo della donna arbëreshe in Italia. Così
Adela Kolea si esprime nella prefazione al libro: “[…]Le donne autrici e protagoniste, che firmano questo volume con i loro contributi, creano nel lettore la sensazione che quando terrà in mano questo libro, a lui sembrerà di essere seduto alla porta di una abitazione arbëreshe, conversando con la gjitone çë dalen te praku derës (vicina seduta sulla soglia della porta).
In questo modo al lettore e all’eventuale viaggiatore si spalancano le porte di una casa arbëreshe tipica, che funge al contempo da invito a visitare l’intera zona,  fatta di ospitali e bellissimi paesini arbëresh che, con orgoglio e tanto amore, nel lungo corso di più di cinque secoli, hanno preservato la loro identità e si sono occupati di affrontare il rischio di essere assimilati dalla cultura del paese ospitante, con tutta la consapevolezza della parziale influenza inevitabile che in questi casi solitamente accade. Un insieme di pagine che tende ad allineare le condizioni di vita arbëreshe viste sotto l’aspetto linguistico, culturale, tradizionale e folklorico; un’impronta importante etnologica sulla vita arbëreshe, rappresentata dalla figura maestosa della donna, quale moglie, madre, figlia, nuora.”
L’interazione col numeroso pubblico intervenuto ha indotto Lucia Martino ed Emilia Blaiotta ad affrontare in dettaglio l’illustrazione delle caratteristiche della cultura della comunità arbëreshe, in una dimensione multidisciplinare, storica, antropologica, linguistica ed ovviamente sociale. La manifestazione si è conclusa con l’intervento critico di Francesco Altimari, professore ordinario di lingua e letteratura albanese all’Università della Calabria dal 1992, esperto  di filologia e linguistica albanese, in area balcanica e in area italiana, con interessi linguistici e comparativistici anche nell’ambito della balcanistica. Responsabile scientifico dell’edizione dell’Opera Omnia di Girolamo De Rada (1814-1903), ha all’attivo diversi volumi monografici su tematiche di filologia, linguistica e letteratura albanese e numerosi saggi di albanistica e di balcanistica apparsi su riviste specialistiche, italiane e straniere.

Filomena Bloise






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